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Cornacchiola e Sinapi cadono insieme

di Marco Corvaglia

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Effetto domino

Abbiamo esaminato gli inverosimili racconti di Luigina Sinapi (Le "foto della Madonna" e la "sfrenata fantasia" di Luigina Sinapi).

Abbiamo visto anche che la donna, con svariati decenni di ritardo, asserì che la presunta apparizione ricevuta da Bruno Cornacchiola nel 1947 alle Tre Fontane le era stata profetizzata, nel 1937, dalla Madonna stessa (Luigina Sinapi e la profezia a fatti compiuti su Cornacchiola).

 

Ebbene, Cornacchiola ha poi, a sua volta, rinsaldato questa sorta di legame con Luigina Sinapi, tramite un altro racconto, che li vede entrambi protagonisti.

Il racconto è però arrivato solo dopo che lo stesso Cornacchiola ha potuto apprendere, tramite ordinari e umanissimi canali (il libro sulle Tre Fontane di padre Spadafora e la biografia di Luigina Sinapi pubblicata da Chino Bert nel 1985), la notizia della profezia (post eventum) di Luigina Sinapi (nel frattempo defunta) su di lui.

Si direbbe che ciascuno dei due, utilizzando dati di pubblico dominio, abbia voluto far leva sul séguito di cui godeva l'altro.

Va da sé che, però, se ci si appoggia a un sostegno che cede, inevitabilmente si cade. 

Esaminiamo ora il racconto di Bruno Cornacchiola.  Saverio Gaeta, che ha avuto accesso in esclusiva ai suoi diari, riporta questa pagina [sottolineature mie]:

 
La notte del 16 aprile 1987, alle ore 23.30 circa, mi sveglio e quando avviene quest’insonnia mi alzo e cerco di fare qualcosa, pregare scrivere e meditare. Questa volta sento impellente il desiderio di accostarmi alla seggiola dove, il 21 febbraio 1948, la Vergine cara per parlare con me si siede accanto al letto in via Modica 2, dandomi un messaggio per i cari sacerdoti. Mentre ero lì e pregavo, sento dentro di me una voce femminile, non era la Vergine, e mi dice: “Riquadro 50; ricordalo: riquadro 50”, ripeteva… Fino alla mattina dell’Angelo, cioè il lunedì di Pasqua, non mi rendevo conto del perché questo “riquadro 50”. Terminate le nostre preghiere del mattino del giorno 20, chiamo il fratello Tito e lo invito con il bambino Marco a venire con me al cimitero perché dobbiamo trovare il riquadro 50 che me lo sento in testa. Si parte, visitiamo la nostra tomba dov’è sepolta Iolanda [la moglie di Cornacchiola, MC] e altri parenti. Mentre ero davanti alla nostra tomba, sento di nuovo la voce che mi dice: “Non dimenticare il riquadro 50”. Allora dico al fratello Tito: “Cerchiamo il riquadro 50, che non mi si toglie dalla mente”; e ci mettiamo a girare per il Verano. Arriviamo al riquadro 50, entriamo e mi viene in mente “Sinapi”. Dico a Tito e al bambino: “Vedete un po’ se c’è una tomba della famiglia Sinapi”, e giriamo per il riquadro.
[S. Gaeta, Il veggente. Il segreto delle Tre Fontane, TEA, 2018, pp. 100-101]

Su Amatevi, bollettino dell’associazione SACRI, fondata, come sappiamo, dallo stesso Cornacchiola, è pubblicata una pagina tratta dalla sua autobiografia, in cui egli nuovamente racconta, con diverse contraddizioni, la vicenda in questione:

Domenica 20 aprile 1987 esco da Casa Betania, dove c'è la Comunità, in Via Antonio Zanoni,44 (sulla via Castel di Leva) con il fratello interno M. Tito (Armando Sacchini) e il ragazzo Marco V. allora ospite della Comunità. La méta è il Cimitero del Verano dove è sepolta la sorella M. Monica, mia moglie Iolanda, al riquadro 116. Desidero farle una visita. Entriamo dall'ultima porta dalla parte della tangenziale, e mentre camminavamo lungo il viale che porta alla Croce monumentale, mi venne in mente un sogno che brevemente accennai ai fratelli:
"Questa notte ho sognato Luigina Sinapi che mi ha detto: - Non sei venuto a trovarmi. Sono sepolta al riquadro... - ma in questo momento non ricordo il numero".
[Speciale Biografia di Bruno Cornacchiola, in "Amatevi" (Bollettino dell'Associazione S.A.C.R.I.), numero 9, maggio 2013].

Notiamo le contraddizioni.

Secondo il diario, si tratta di una voce da lui sentita, da sveglio, quattro notti prima; Cornacchiola va poi al cimitero già con l'intenzione di cercare il riquadro 50 (“perché dobbiamo trovare il 50 che me lo sento in testa"); tuttavia, dopo essere giunto al cimitero, non sa ancora di chi sia la voce e di chi sia la tomba che deve trovare: lo saprà solo dopo essere entrato nel riquadro 50, quando gli viene in mente "Sinapi". 

Secondo l'autobiografia, si tratta invece di un sogno, fatto la notte precedente alla visita al Verano; Cornacchiola si ricorda però del sogno solo dopo essere giunto al cimitero; sa da subito che la voce è di Luigina Sinapi, ma non ricorda il numero del riquadro (che invece, secondo il diario, ricordava benissimo da quattro giorni, tanto da sentirselo in testa e da spingerlo ad andare a cercarlo...).

I due racconti sono inconciliabili. 

Andiamo comunque avanti. Dopo che la "voce" gli ha ripetuto il numero, Cornacchiola, recatosi al riquadro 50, trova la tomba di Luigina Sinapi.

Leggiamo dall'autobiografia:

Mentre indico [a Tito e a Marco, MC] la tomba, vedo inginocchiata, raccolta in preghiera, proprio davanti alla lapide, una signora, che indossava un cappotto e aveva la testa avvolta da un fazzolettone di tipo paesano.
Spiego ai due: "Dicono che la Sinapi ha avuto anche lei una visione della Vergine, alla Grotta delle Tre Fontane, e che la Vergine le avrebbe detto che lì, dieci anni dopo, sarebbe di nuovo apparsa a un peccatore, convertendolo..."
La donna, sempre in preghiera mi risponde: "E' vero, è apparsa il 12 aprile 1937..."
Sopra la tomba della Sinapi c'è un piccolo libro di marmo con la foto. Guardo la donna inginocchiata, è uguale alla foto che sta sulla tomba. Penso che sia la sorella. Salutiamo e ci allontaniamo parlando tra di noi.
Faccio pochi passi e mi viene un dubbio... Mi volto e la donna inginocchiata non c'è più. Ci mettiamo a cercarla: scomparsa.
Raccontai tutto al mio Confessore e da lui venni a sapere che la Sinapi non aveva sorelle, e che usava vestire in quel modo, portando il fazzolettone.
[Ibidem]

Nel diario, dopo aver raccontato, in maniera analoga, dell’apparizione e poi della scomparsa della donna misteriosa, scrive:

Quando ho avuto l’occasione di parlare con monsignor Pietro Bianchi e gli domando se la Sinapi aveva una sorella che le rassomiglia, mi risponde: “Ma la sorella è grossa…”. Allora credo veramente che quella signora vista alla tomba era la Luigina Sinapi...
[Gaeta, op. cit., p. 102] 

Al di là delle contraddizioni evidenziate, su cui sarebbe superfluo insistere, Cornacchiola vuole chiaramente lasciar credere di aver ricevuto da voci celesti (la stessa defunta Luigina) l’indicazione del riquadro 50.

Peccato che la notizia che la tomba di Luigina Sinapi fosse nel riquadro 50 era stata resa di pubblico dominio in un libro pubblicato due anni prima e a Cornacchiola certamente ben noto, la prima biografia di Luigina Sinapi, dove si legge:

Dopo le esequie, tenutesi nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, le sue spoglie furono riposte nel cimitero del Verano, a Roma, nell'area 50. 

[Chino Bert, Luigina Sinapi. Una piccola-grande donna, Are Edizioni, 1985, p.  111]

Marco Corvaglia

Pubblicato il 2 dicembre 2021 e depositato

legalmente presso Copyright.eu.

 

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