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Apparizioni e leggende

di Marco Corvaglia

Le origini delle "apparizioni" mariane 

Affresco nelle Catacombe di Priscilla: Maria che allatta il Bambino

Particolare di un affresco risalente all'anno 200 circa (Roma, catacombe di Priscilla): la più antica rappresentazione pittorica di Maria (che allatta il Bambino).

 

 

Gli studiosi cattolici collocano alla fine del secondo secolo le più antiche prove materiali dell'esistenza di una venerazione verso la Madonna, ma quando si è iniziato a parlare di apparizioni mariane?

Come giustamente nota lo scrittore cattolico Yves Chiron, "il grande storico della Chiesa primitiva Eusebio di Cesarea ha redatto nel IV secolo una Storia ecclesiastica. In quest'opera egli riporta numerosi miracoli e anche diverse apparizioni di angeli, di defunti, di Cristo. Ma non menziona nessuna apparizione della Madonna" [Y. Chiron, Enquête sur les apparitions de la Vierge, Perrin, 2007, pp. 58-59].

Ne possiamo dedurre che, all'inizio del IV secolo, quando fu composta l'opera, non erano noti racconti di apparizioni mariane.

​In effetti, il più antico testo in cui si faccia riferimento a qualcuno che dice di aver avuto un’apparizione della Madonna è un’agiografia della fine del IV secolo (380 circa), relativa a un santo vissuto però oltre un secolo prima, in Asia Minore (l'attuale Turchia): la Vita di san Gregorio Taumaturgo, scritta da Gregorio di Nissa.

Pertanto, si può concludere che "la credenza nella apparizioni mariane è nata nel 380 a Costantinopoli" [Tipologia dei racconti medievali delle apparizioni, in R. Laurentin, P. Sbalchiero, Dizionario delle “apparizioni” della Vergine Maria, Art, 2010, p. 773].

Quasi nessun racconto è testimoniato da fonti anteriori all'XI secolo.

In sostanza, per i racconti di apparizioni collocati nel primo millennio di storia cristiana, è impossibile dire quanto sia originario e quanto sia rielaborazione (o invenzione) successiva (in particolare, tardomedievale). 

Peraltro, per diversi secoli, i racconti di apparizioni mariane rimasero minoritari. 

Uno spoglio di 575 racconti di "visioni" riportate in documenti religiosi francesi dell'XI e del XII secolo è stato effettuato dal professor Pierre-André Sigal, dell'università di Montpellier: solo il 5,5% riguarda la Madonna. Le altre riguardano i morti, il demonio, gli angeli, le anime beate, i santi e Gesù [cfr. P. A. Sigal, L'homme et le miracle dans la France médiévale, Cerf-CNRS, 2012, pp. 283-286]. 

Realtà o leggenda?

I dizionari enciclopedici delle apparizioni mariane riconoscono il carattere "edificante", quanto meno semileggendario, della maggior parte dei racconti fino alla fine del Medioevo (​il repertorio più ricco è il Dizionario delle “apparizioni” della Vergine Maria, a cura di padre René Laurentin e di Patrick Sbalchiero, che contiene i riferimenti a oltre 2400 "apparizioni").

Un esempio: a metà del IV secolo, la Madonna, apparsa in sogno a papa Liberio, avrebbe chiesto l'erezione di un santuario in suo onore sul luogo che il giorno dopo sarebbe stato trovato miracolosamente coperto dalla neve (si era in piena estate, essendo un 5 di agosto). Secondo un'altra versione, un cervo apparso miracolosamente avrebbe tracciato la pianta dell'edificio con le corna. Questa vicenda sarebbe all'origine della costruzione della basilica romana di Santa Maria Maggiore.

 

 

La storia e l'archeologia smentiscono il racconto:

La parte più antica dell'attuale basilica di Santa Maria Maggiore risale alla prima metà del V secolo (pontificato di Sisto III, dal 432 al 440). Fino al 1187, nessun documento pontificale fa menzione della presunta origine miracolosa del santuario. Il manoscritto più antico che parla di queste origini leggendarie data al XIII secolo.
[Roma IV, Laurentin, Sbalchiero, op. cit., pp. 656-657] 

 

Da questa leggenda legata alla più grande basilica dedicata alla Madonna è verosimilmente nata la fantasiosa idea, poi divulgata dai "veggenti" di Medjugorje, che il 5 agosto ricorra anche il giorno del compleanno della Madonna

Dal 1400-1500 al 1700 la qualità media delle fonti migliora gradualmente, ma non è sempre facile capire dietro quali racconti ci siano persone reali. L'analisi è complicata dal fatto che anche persone reali possono essere influenzate da modelli narrativi ormai affermati. 

Infatti, sicuramente, anche i secoli in cui i racconti sono stati leggendari o semileggendari sono stati importanti per gli sviluppi moderni del fenomeno, perché hanno determinato e tramandato alcuni elementi caratterizzanti.

 

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​Sorgenti, alberi e rocce

Sorgenti, alberi, rocce e grotte erano oggetto di venerazione nelle religioni antiche estranee alla tradizione ebraico-cristiana.

 

Tuttavia, a partire dal V secolo, queste forme di idolatria iniziarono a diffondersi anche nel popolo cristiano, nonostante la Chiesa tentasse (vanamente) di sradicarle. 

Il concilio di Tours del 567 (al canone XXII) prescrive di scacciare dalle chiese coloro che praticano riti presso "pietre, alberi o fonti, luoghi eletti dai pagani".

Non si può non notare che in una grande quantità di racconti di apparizioni, che vanno dal Medioevo all'età contemporanea, la Madonna appare vicino a una fonte (talvolta preesistente, talvolta comparsa miracolosamente) o comunque ad una massa d'acqua, oppure su una roccia o in una grotta (Lourdes, nel 1858, è il caso più noto, tra tanti), oppure su un albero (sarà così anche a Fatima, nel 1917, su un leccio).

A volte alcuni di questi elementi naturali sono compresenti.

Presso questi stessi elementi, numerose narrazioni collocano anche il ritrovamento miracoloso di immagini della Madonna, che spesso - secondo i racconti - emanano luce e, se spostate dal luogo del ritrovamento, poi vi tornano da sole. 

​Innumerevoli santuari tuttora esistenti conservano nel loro nome memoria di questi racconti.

Sin dal Medioevo, il tema della manifestazione mariana in una grotta era particolarmente diffuso in Spagna e, di conseguenza, il titolo di Madonna delle Grotte (Virgen de las Cuevas) è lì molto presente [cfr. Virgen de las Cuevas, in P.-R. Ambrogi, D. Le Tourneau, Dictionnaire encyclopédique de Marie,  Desclée De Brouwer, 2015, p. 1426].

Particolarmente lunga la lista dei santuari legati a nomi di alberi: Madonna dell'albero, Madonna del ciliegio, Madonna del faggio, Madonna del castagno, Madonna del frassino, Madonna del larice, Madonna del fico, Madonna dell'alloro, Madonna dell'olmo, Madonna dell'ulivo, Madonna della quercia, Madonna del sicomoro, Madonna del mirto, Madonna del rovo, Madonna della palma, Madonna del pino [cfr. Titres marials, ivi, p. 1347].

Un repertorio enciclopedico cattolico nota che “nei Paesi germanici, le querce della Madonna sono spesso in origine delle querce consacrate al dio Donar" [Arbres et Marie, ivi, p. 135].

Nel Dizionario delle "apparizioni" della Vergine Maria, curato dal mariologo padre René Laurentin, si legge, a proposito di "apparizioni" nei pressi di sorgenti, in genere ritenute curative:

Dal XII secolo numerosi racconti fanno menzione di una fonte o di una fontana nei pressi dell'apparizione. [...] L'antichità pagana conosceva e celebrava già queste virtù mediche. ​
[Fonti, in Laurentin, Sbalchiero, op. cit.pp. 302-303]

Altri elementi ricorrenti

 

Per ricostruire la storia del fenomeno delle "apparizioni", oltre al dizionario di Laurentin e Sbalchiero, esistono i seguenti repertori:

Joachim Bouflet, Dictionnaire des apparitions de la Vierge Marie. Entre légende(s) et histoire, Cerf, 2020

Marino Gamba, Apparizioni mariane nel corso di due millenni, Segno, 1999

Gottfried Hierzenberger, Otto Nedomansky, Tutte le apparizioni della Madonna in 2000 anni di storia, Piemme, 1996.

 

 

In estrema sintesi, possiamo dire che la Madonna, nella lunga fase storica che va dalle origini del fenomeno fino al 1800, nelle asserite visioni si rivolge al destinatario confortandolo, soccorrendolo, convertendolo, guarendolo. 

​​Quando il messaggio tocca la collettività, l’apparizione richiede perlopiù di erigere una cappella o di compiere determinate pratiche religiose. 

Tra il XV e il XVII secolo nascono e si diffondono racconti di apparizioni in cui si minacciano catastrofi presentate come castighi divini per i peccatori (tale ondata riprenderà vigore nel XIX secolo, a seguito della rinascita dell'apocalitticismo).

Stampa ricordo delle apparizioni di Agres

Stampa ricordo per il quinto centenario della presunta apparizione spagnola di Agres (1484-1984): conformemente a un motivo ricorrente, la Madonna sarebbe apparsa, su un albero, a un pastore con un braccio monco (che poi gli sarebbe ricresciuto).

A partire più o meno dal 1000 e fino al 1600-1700 ricorrono in abbondanza racconti di apparizioni a persone sordomute dalla nascita (meno spesso solamente mute o, talvolta, con un braccio monco o comunque menomato), non di rado pastori o pastorelle, che, secondo i racconti,  guariscono (o si vedono ricrescere la parte mancante) istantaneamente [su questo, si veda in particolare il già citato Dictionnaire encyclopédique de Marie, di Ambrogi e padre Le Tourneau]. Alcuni elementi sono ispirati alla Bibbia (si pensi alla guarigione del sordomuto in Mc 7, 31-37) e servono chiaramente a rendere più "credibile" il racconto.

Talvolta i pastori vengono guidati al luogo dell'apparizione (o, più spesso, del ritrovamento dell'icona) dai loro animali.

Riguardo allo status sociale dei presunti veggenti, solo a partire, grosso modo, dall'anno 1000 i ceti marginali assumono un ruolo sempre crescente, che diventa predominante a partire dal 1400. Fino a quel momento i veggenti erano stati perlopiù religiosi, mistici ed eremiti (e non raramente nobili adulti).  

​​Nell’immaginario collettivo il veggente-tipo è un bambino (di umili condizioni), e per questo si adducono giustificazioni teologiche (“Il Signore sceglie i semplici”).

 

 

In realtà, scrive il mariologo padre René Laurentin:

 

 
Perché la Vergine appare generalmente a dei bambini? Si tratta di una falsa domanda, rispondiamo noi, perché sul piano statistico, le apparizioni accadono maggiormente agli adulti.
[Bambino, in Laurentin, Sbalchiero, op. cit., p. 103]

​​

Perché, allora, si pensa comunemente che il tipico “veggente” sia un bambino?

 

Per un semplice errore di prospettiva.

 

In realtà, fino al XVII secolo la figura del veggente bambino era rara (sono stati calcolati un 4% di veggenti bambini fino al XIII secolo e un 14% dal XIV al XVII secolo [cfr. G. Hierzenberger, O. Nedomansky, Tutte le apparizioni della Madonna in 2000 anni di storia, Piemme, 1996, p. 34]).

 

 

Poi ci fu un relativo aumento, che divenne un’impennata, iniziata dopo La Salette (1846) e terminata nella prima metà del Novecento.

 

A titolo d’esempio, restringiamo il campo alle sole “apparizioni” espressamente giudicate “degne di credibilità” dalla Chiesa con apposito decreto del vescovo locale, e consideriamo solo quelle avvenute nel periodo che va dal 1846 al 1933.

 

Ebbene, quasi tutte hanno effettivamente avuto per protagonisti dei bambini o preadolescenti (età massima 15 anni). Più precisamente, sette su un totale di otto: La Salette (anno: 1846; età dei veggenti: 11, 14), Lourdes (anno: 1858, età della veggente: 14), Pontmain (anno 1871; età dei veggenti: 9, 11, 11, 13), Gietrzwałd (anno 1877; età delle veggenti: 12, 13), Fatima (anno: 1917; età dei veggenti: 7, 9, 10), Beauraing (anno: 1932; età dei veggenti: 9, 11, 13, 14, 15), Banneux (anno: 1933; età della veggente: 12).

 

Tra di esse, come si vede, ci sono tutte le più famose apparizioni. Ciò spiega la percezione errata secondo cui i “veggenti” sono tipicamente bambini (o preadolescenti).

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Marco Corvaglia

Articolo pubblicato il 17 giugno 2022 e

 depositato legalmente presso Copyright.eu.

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