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Gli esami scientifici sui veggenti di Medjugorje: uno studio critico del Prof. Théophile Kammerer, Presidente del Comitato Medico Internazionale di Lourdes (1986)

 

 

Nel 1986 il presidente del Comitato Medico Internazionale di Lourdes, prof. Théophile Kammerer, fu sollecitato da un medico italiano, il dott. Cherubino Trabucchi, ad esaminare i dossier scientifici relativi ai veggenti di Medjugorje ed a fornire il proprio autorevole parere in merito.
In seguito a ciò, il prof. Kammerer espose ai colleghi del Comitato, in occasione della seduta del 20 settembre 1986, una relazione critica.
Il professore evidenziò il carattere non probante dei dossier, come ammesso da colui che è stato il più noto difensore di Medjugorje a livello mondiale, padre René Laurentin:

 

Il professor Kammerer ha elaborato un rapporto critico su questi lavori italiani e su quelli del gruppo francese (su cui verte il nostro volume: Henri Joyeux e René Laurentin, Études médicales...) e lo ha proposto alla discussione del Comitato medico internazionale di Lourdes, in occasione della sua sessione del 20-21 settembre 1986, a Lourdes. [...] Le conclusioni del professor Kammerer restano prudenti. Le posizioni filosofiche di questo eminente psichiatra si collocano nella corrente critica nei confronti delle apparizioni e dei miracoli.
[René Laurentin, Dernières nouvelles de Medjugorje, n° 7, O.E.I.L., dicembre 1988, pp. 24-25]

 


Tale relazione è stata pubblicata sul sito della Curia di Mostar (in data 10 giugno 2011) [cfr. anche "Službeni vjesnik", 2/2011, pp. 240-241].
Viene qui riportato il documento:

 

Resoconto della Riunione del
Comitato Medico Internazionale di Lourdes

 

 

Quest’anno, come stabilito da tempo, la Riunione del Comitato si è potuta tenere a Lourdes il 20 e 21 settembre 1986 […]
A presiedere erano anche questa volta Monsignor Henri Donze, Vescovo di Tarbes e Lourdes, e il Professor Théophile Kammerer, presente Monsignor Jean Sahuquet, Coadiutore di Mons. Donze.
Erano presenti i Professori e Dottori: Juan Gibert Queralto e Domingo Espinos Perez, dalla Spagna; Erwin Theiss, dalla Germania; St. John Dowling, dall’Inghilterra, e Bernard Colvin, dalla Scozia.
Dalla Francia, i Professori e Dottori: Jean-Louis Armand-Laroche, Charles Boudet, Charles Chassagnon, Pierre Mouren, Louis Revol, Jean Rodier, Jean Rousseau, André Trifaud, Théodore Mangiapan, oltre al Dottor Kammerer. […]
Dopo alcune frasi di benvenuto rivolte da Mons. H. Donze a tutti e, in particolar modo, ai nuovi membri presenti, la parola torna al prof. Kammerer. […]


 

STUDIO CRITICO DEGLI ESAMI MEDICI EFFETTUATI SUI VEGGENTI DI MEDJUGORJE


In questi ultimi anni sono stati pubblicati vari libri sulle apparizioni di Medjugorje, villaggio della Jugoslavia (Erzegovina), divenuto da cinque anni un luogo di pellegrinaggio che attira un considerevole numero di pellegrini.
Lo studio che segue verterà principalmente sulla perizia medica pubblicata nel libro del Professor H. JOYEUX e di Padre R. LAURENTIN: “Etudes médicales et scientifiques sur les apparitions de Medjugorje” [Studi medici e scientifici sulle apparizioni di Medjugorje] (Edizioni O.E.I.L., 1985). Ulteriori dati, di fonte italiana, sono stati aggiunti grazie alla cortese collaborazione del professor Ch. TRABUCCHI. […] Il Prof. TRABUCCHI ha voluto presentare in maniera dettagliata un libro apparso in Italia: “Dossier scientifico su Medjugorje”, scritto da L. FRIGERIO, G. MATTALIA e L. BIANCHI (1986). […]


 

Riflessioni critiche


1. Innanzi tutto è necessario sottolineare il pregio e il merito degli esami effettuati: sono i primi che siano stati condotti durante un’estasi, nel corso di un’apparizione. Gli esperti hanno superato numerosi ostacoli, l’ultimo ed il più importante dei quali è stato l’opposizione dei veggenti – che è ben comprensibile. Questi ultimi si sono trincerati dietro l’autorizzazione della Vergine, che ha espresso il suo accordo e talvolta la sua risposta negativa: “Non è necessario”. Gli esperti allora hanno obbedito.

 


2. Nonostante tutti gli sforzi messi in atto, questi esami restano superficiali quanto alla loro portata. Il più importante è stato l’EEG: con i suoi 8 elettrodi a contatto con il cuoio capelluto, per esplorare i circa 50 miliardi di neuroni che lavorano nel cervello, se ne può paragonare la precisione – grosso modo – a quella di alcuni aerei che, sorvolando Parigi ad un’altezza di 10.000 metri, volessero prender nota delle attività della città e dei suoi abitanti. Bisogna sapere che l’EEG fornisce delle informazioni preziose in relazione a cambiamenti globali dell’attività cerebrale (sonno, sogno, ad esempio) o a disturbi concentrati in un “focolaio”: tumori cerebrali, rammollimenti, epilessia, ecc. Per contro, non fornisce alcun dato utilizzabile riguardo all’attività mentale, agli stati emotivi ed affettivi, alle turbe nevrotiche, alle psicosi. Praticamente non viene mai utilizzato in psichiatria, se non in caso di sospetta lesione organica.


3. Nonostante questo, l’insieme delle tecniche sofisticate impressiona il lettore più sprovveduto e rischia di fargli credere che, provata la normalità del veggente, sia esclusa la possibilità che si tratti di visioni soggettive e, al tempo stesso, sia provata scientificamente l’oggettività delle apparizioni.
Già il titolo stesso del libro “Studi medici e scientifici sulle apparizioni di Medjugorje” tende ad indurre questa convinzione.


4. Ciò che è veramente sconcertante è vedere come la perizia si limiti a questi esami strumentali, ai quali vengono aggiunte alcune osservazioni cliniche sommarie. Essa si presenta come un esempio del riduzionismo neurobiologico attualmente in voga negli ambienti materialisti delle neuroscienze. E’ del tutto evidente che i problemi sollevati dalle apparizioni o dalle visioni si collocano essenzialmente nell’ambito psicologico o psicopatologico e necessitano dell’apporto di uno psichiatra. L’équipe ha creduto di poterne fare a meno, senza alcuna spiegazione: è una mancanza grave. Sono citati alcuni esami di psichiatri italiani o jugoslavi: sono superficiali e, perlopiù, consistono in test; non permettono altro che la descrizione di un profilo caratteriale. Si può dire che vi sia una specie di corto circuito tra i dati neurobiologici e l’approccio spirituale ai fenomeni.


5. Ogni osservazione psichiatrica necessita di più incontri con il soggetto ed eventualmente con i suoi parenti, dedicati a un ascolto attento:
a) del curriculum vitae, il più possibile dettagliato, del soggetto, fin dalla sua prima infanzia, rilevando malattie e traumi fisici o psichici, approfondendo le fasi critiche, l’adattamento scolastico, i rapporti con i compagni, l’ingresso nel mondo del lavoro, ecc.
b) della storia familiare, delle relazioni tra i parenti e tra le generazioni, degli eventuali conflitti ad ogni livello;
c) nel caso specifico, l’evoluzione religiosa di ciascuno dei veggenti sarebbe stata molto importante: primo avvicinamento alla preghiera, forme della religiosità familiare, devozioni particolari, formazione religiosa ricevuta, modo in cui è stata loro presentata la Bibbia, ecc., eventuale partecipazione a pellegrinaggi;
d) precisazioni sullo stato psichico di ciascuno nelle settimane e nei giorni che hanno preceduto la prima apparizione; genesi del gruppo di veggenti.
L’osservazione attenta di ciascun veggente nel corso di questi incontri, del suo atteggiamento, delle sue reazioni emozionali e tutto il materiale informativo raccolto avrebbero permesso di giungere ad una conoscenza abbastanza precisa della sua personalità, della sua evoluzione, e della sua condizione psicologica.
Impresa certo difficile, essendo necessario un interprete, ma forse non impossibile e, in ogni caso, indispensabile per una perizia che voglia giungere a delle conclusioni.


6. Una cosa curiosa: viene menzionato un solo dato psicologico, non nella perizia ma nel racconto delle prime apparizioni, sotto forma di una semplice allusione. Esso concerne la prima veggente, IVANKA, di 15 anni: aveva perso la mamma qualche settimana prima della prima apparizione (nel maggio 1981).
C’è di più: è stata lei, già durante la seconda apparizione, a porre la prima domanda, molto personale, alla Vergine, chiedendole notizie di sua madre. Risposta della Vergine: “La tua mamma sta bene, è con me”.
E’ possibile che la morte della mamma abbia giocato, sul piano psicologico, un ruolo importante nella genesi della visione di Ivanka. Ma non ci si potrebbe pronunciare, ovviamente, su tale questione, senza saperne di più. Effettivamente sappiamo tutti che la perdita di una madre, soprattutto per un’adolescente, può costituire uno stress affettivo profondo e capace di turbare. Nel caso di Ivanka sarebbero necessarie informazioni precise sulla malattia (o eventualmente l’incidente) e sulla morte di sua madre, sulla personalità di quest’ultima, sul ruolo che svolgeva in famiglia, sulla sua vita religiosa e i suoi comportamenti, sulle reazioni prodotte dalla sua scomparsa ecc.
“L’elaborazione del dolore” costituirà, peraltro, l’oggetto di un ulteriore sviluppo.
Quest’esempio evidenzia l’importanza fondamentale dell’approccio psicologico ai difficili problemi delle visioni ed apparizioni. Essi saranno presentati in generale nella seconda parte della relazione.

 

Th. KAMMERER
Settembre 1986

 

FINE DEL DOCUMENTO

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